I generi cinematografici "possono essere classificati sulla base di caratteristiche narrative, iconiche e linguistiche". I generi narrativi sono definiti in particolar modo dal tipo di storia che raccontano e dal tono con cui la raccontano (dramma, commedia, avventura); i generi iconici sono definiti soprattutto dalle immagini che vediamo sullo schermo più che dall'aspetto narrativo, con trucco, scenografie e ambienti a caratterizzare la pellicola (il western, la fantascienza); infine, i film che fanno del linguaggio cinematografico particolare la loro caratteristica principale (come il musical) fanno parte della terza categoria.
A partire dalla fine della prima guerra mondiale, con alcune variabili di tipo nazionale (per es. in Italia si sviluppò di più la commedia mentre in Francia e in Inghilterra il poliziesco), si può dire che in tutta Europa lo spettacolo cinematografico cercò sempre di conformarsi, per quanto riguarda i generi, al cinema americano, egemone industriale e culturale, verificabile anche in altri media, come i fumetti o la stampa settimanale. Ed è tuttavia possibile individuare un discorso unitario che lega tra loro i generi del cinema americano, come se si trattasse di un'unica grande narrazione che però si estende anche al resto del mondo. Non solo dunque alla 'madre' Europa ma anche al Giappone, che applica gli schemi del western all'epopea dei samurai o all'India che unisce forme e temi di due generi come il melodramma e il musical.
A seconda dei periodi e delle trasformazioni del gusto e della cultura i generi cinematografici si evolvono, nascono e muoiono, possono essere potenziati o distrutti, sempre in rapporto alla risposta del pubblico prima ancora che alle strategie politiche. In certi periodi naturalmente, come a Hollywood negli anni della Seconda guerra mondiale, queste ultime possono prevalere. Altra cosa è, invece, la produzione di genere presente nelle cinematografie di Paesi dominati da un potere centralizzato molto forte: nella Germania hitleriana, nella Russia di Stalin o nella Cina di Mao Zedong i generi filmici dovevano conformarsi all'ideologia dominante.
La principale funzione dei generi filmici è legata alla memoria, ed è quella di richiamare storie, personaggi, miti che una cultura ritiene importanti. Con la società mediatica non è più rivolto a culture specifiche ma a tutti i settori sociali. E mentre i generi filmici sono andati sempre più perdendo le loro caratteristiche rigide, di classicità, in favore di più eterogenee commistioni, il consumismo e i mass media hanno condotto a una proliferazione di narrazione per immagini che si estende agli spot e ad altre forme di comunicazione.
Animazione
La sua nascita ufficiale si deve attribuire a Émile Reynaud, l'inventore del Théâtre optique, una complessa macchina che proiettava su un telo, grazie a un gioco di specchi, figure disegnate su un rullo di carta, mentre gli sfondi sui quali si muovevano le immagini venivano creati grazie ad una lanterna magica.
La prima proiezione avvenne nel 1892, ben tre anni prima della presentazione al pubblico dell'invenzione dei fratelli Lumière. Grazie all'invenzione di proiettore e macchina da presa, il cinema d'animazione dovette reinventarsi. Dapprima le animazioni riguardarono il movimento di oggetti inanimati, come i film di trucchi di Georges Méliès, poi utilizzando il procedimento fotogramma per fotogramma (o fotogramma singolo), usato finora per dare effetti suggestivi ai movimenti di cose e persone, si approdò ad una forma più moderna di cinema d'animazione. Émile Cohl (1857-1938) è ritenuto l'inventore del disegno animato, con il personaggio di Fantôche. Il suo classico Fantasmagorie, del 1908 era costituito da una sequenza di trasformazioni fantastiche di una riga animata.
Avventura
Un film d'avventura è un genere di film che rispecchia un mondo eroico di battaglie e avventure. In questo genere tendono a dominare l'azione e i valori cavallereschi. Genere adottato in Italia come un modo di esaltare il suo passato storico, per essere successivamente utilizzato in altri paesi, ad esempio, in Russia per l'esaltazione della rivoluzione russa. I primi film d'avventura risalgono ai tempi del cinema muto durante gli anni venti e trenta. In questo periodo attori come Douglas Fairbanks ed Errol Flynn recitarono nei panni di numerose figure eroiche quali D'Artagnan, Zorro e Robin Hood. Il genere era definito "cappa e spada" dagli omonimi romanzi d'avventura.
Negli anni quaranta il timone venne passato a Tyrone Power, che interpretò la parte di diversi avventurieri in film storici e di guerra.
Negli anni cinquanta il genere divenne molto diffuso anche in Europa. Negli anni sessanta il genere d'avventura con la fusione dei film thriller gettò le basi dei film d'azione.
Steven Spielberg e George Lucas portarono sul grande schermo un nuovo personaggio, Indiana Jones, interpretato da Harrison Ford, a cominciare dal film I predatori dell'arca perduta(1981); anche se si trattava di un genere piuttosto ibrido del tipo avventura-azione.
Dal 1985 al 1992 una serie televisiva d'avventura molto famosa ad andare in onda fu MacGyver.
Il successo del Batman di Tim Burton del 1989 e rispettivi sequel, in un solo decennio, avevano dimostrato la fattibilità di un nuovo sottogenere di film d'azione e d'avventura, la visione del fumetto. Di fatto le attuali tendenze dei film di avventura (come anche i film d'azione) sono influenzate dai personaggi del fumetto come Pirati dei Caraibi, Il Signore degli Anelli e V per Vendetta.
Azione
Il film d'azione è una tipologia di cinema in cui la trama viene sostanzialmente raccontata per mezzo di un certo numero di scene d'azione, durante le quali uno o più protagonisti si trovano a dover affrontare una serie di sfide che richiedono coraggio e prodezza fisica. Per questa ragione, tali film sono soliti includere scene di lotta, sparatorie, inseguimenti, esplosioni ed acrobazie di ogni genere. I primi film d'azione americani erano del genere poliziesco: Bullitt (1968), Il braccio violento della legge (1971) e Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo (1971). Questi film sono stati tra i primi a presentare le scene d'azione tramite gli inseguimenti in auto, ispirati alla serie dei film di James Bond. Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo (1971) può essere considerato "il primo film d'azione è vero archetipo" in quanto segnò la fine dell'azione sotto forma di epoche di film western, spionaggio e film di guerra, e la introdusse in un ambiente urbano che sarebbe diventata la norma degli anni a venire. Il 1970 ha visto l'introduzione del cinema delle arti marziali ad un pubblico occidentale, coi film di Bruce Lee e di Chuck Norris. Tuttavia, il genere d'azione non è diventato una forma dominante ad Hollywood fino al 1980, quando fu reso popolare da attori come Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger,Bruce Willis, Chuck Norris, Jean-Claude Van Damme e Mel Gibson.
Contrariamente a Hollywood il genere d'azione a Hong Kong è sempre stata una forma molto popolare e costituisce la principale fonte di fama mondiale dell'industria cinematografica di Hong Kong.
I primi film d'azione risalgono agli anni venti ed erano basati sullo stile wuxia (cavalieri erranti) che può essere considerato l'equivalente orientale di cappa e spada, e le storie riguardavano eroi che erano guerrieri armati di spada, spesso con elementi mistici o di fantasia. Questo genere però ebbe breve durata, a causa dell'opposizione ufficiale e politica del governo che lo vedeva come un mezzo per promuovere la superstizione e la violenta anarchia. Negli anni trenta venne sostituito da film in cui lo stile era rappresentato da un eroe popolare disarmato praticante il kung fu. In Europa la maggior parte dei film sono d'azione, polizieschi e di spionaggio, mentre i paesi vicini a Hong Kong quali Thailandia e Filippine si sono incentrati sul genere delle arti marziali; la Malesia sul genere dei supereroi.
Biografico
È un genere cinematografico di importanza avvicinabile a quella del genere drammatico, poiché spesso vengono rappresentate le vite di personaggi di importanza storica. Attori brillanti hanno ottenuto i loro primi riconoscimenti di attori drammatici recitando in film biografici Ben Kingsley (Mohandas Karamchand Gandhi inGandhi), Jamie Foxx ( Ray Charles in Ray), Sandra Bullock (Leigh Anne Tuohy in The Blind Side), Meryl Streep (Margaret Thatcher in The Iron Lady) o Benedict Cumberbatch(Alan Turing in The Imitation Game).
Commedia
La commedia è un genere antichissimo che risale almeno agli Antichi Greci (Aristotele dedicò alla commedia un libro perduto della Poetica e Aristofane usò le commedie per deridere i vizi della società ateniese del IV secolo a.C.), passando poi per gli antichi Romani, il teatro rinascimentale, il teatro elisabettiano.
Un film commedia è un genere di film che pone l'accento sull'umorismo. I film di questo genere solitamente hanno un lieto fine. Il genere della commedia non va scambiato con quello comico dove lo scopo principale è quello di far ridere il pubblico.
Documentario
Il documentario è un particolare genere cinematografico cha ha come scopo principale quello di analizzare ed approfondire un tema o aspetto della cultura, della natura, della scienza o della società. Il termine apparve per la prima volta nel 1926 all’interno di una recensione su un lavoro di Robert Flaherty, autore da molti considerato il vero padre del genere. Un documentario può essere prettamente divulgativo (se si propone di informare e diffondere conoscenze specialistiche), propagandistico (se vuole mostrare e difendere una particolare visione del mondo, come ad esempio accadeva durante il Fascismo con i filmati dell’Istituto Luce) o d’autore (se si punta più che altro sull’aspetto espressivo).
Drammatico
Un film drammatico è un film che si basa su un profondo sviluppo dei personaggi, dell'interazione tra essi e tratta temi altamente emozionali. I toni devono essere seri, problematici; i sentimenti possono essere in primo piano, ma non nei termini esasperatamente romantici del melodramma; l'azione non deve prevalere come nell'avventuroso; né canzoni e musiche devono essere più importanti delle parti dialogate, come nei musical; i misteri svelati dall'intreccio nella parte finale non devono essere lo scopo della narrazione, come nei vari tipi di poliziesco, con le declinazioni di noir, film di spionaggio, o film di gangster; le immagini dell'ambiente non devono essere più importanti delle vicende dei personaggi di finzione, perché altrimenti ci si colloca in un ambito affine al documentario; e d'altra parte le ambientazioni non possono essere troppo irrealistiche e, soprattutto, non vi possono essere miracoli o soluzioni trascendenti, a opera di esseri soprannaturali, celesti o infernali che siano, perché altrimenti ci si colloca nel fantastico.
Il primo e più importante tipo di cinema che trova questa classificazione è il cinema d'autore. Charlie Chaplin è indubbiamente da classificare nel comico, Ernst Lubitsch nella commedia e Alfred Hitchcock nel poliziesco. E se John Ford è identificato soprattutto con il western, c'è però da osservare che altri suoi capolavori, come per es. Grapes of wrath (1940; Furore), possono essere classificati soltanto come 'drammatici'. E se Howard Hawks offrì i suoi risultati migliori in almeno tre generi codificati (commedia, western e poliziesco), Stanley Kubrick, invece, mantenne intatte profondità e complessità delle sue opere affrontando generi diversi, sebbene la costante del suo cinema si riveli indubbiamente di tipo drammatico.
David W. Griffith toccò vari generi con i circa cinquecento corto e mediometraggi che realizzò nel periodo compreso tra il 1908 e il 1913, mentre per i lungometraggi, a partire da The birth of a nation (1915; Nascita di una nazione), si può parlare di drammi storici o di melodrammi che certo molto devono, sia tematicamente sia strutturalmente, al romanzo ottocentesco e in particolare alle opere di Charles Dickens. Ejzenštejn nei suoi epici film ispirati alla rivoluzione russa, Stačka (1925; Sciopero), sono drammi storici ispirati a eventi più o meno vicini, mentre i suoi ultimi film sullo zar Ivan il terribile (Ivan Groznyj, la cui prima parte venne presentata al pubblico nel 1945, la seconda, terminata nel 1946, uscì solo nel 1958; Ivan il terribile e La congiura dei boiardi) arrivano ai toni ieratici della tragedia. Sempre restando nell'epoca del muto, drammatici sono certamente da considerare tutti i film di Eric von Stroheim, in Greed (1924; Rapacità), il suo occhio si rivolse, impietoso come quello di Émle Zola, al culto del denaro e alle 'rapacità' della società americana. In toni quasi sempre drammatici si risolvette sullo schermo l'espressionismo di Fritz Lang nel suo periodo tedesco, sia pure sfiorando il poliziesco nei film sul dottor Mabuse o in M (1931) e con toni invece fantascientifici nell'apologo di Metropolis (1927). E anche Fredrich Wilhelm Murnau non poté esprimere che in termini drammatici la sua concezione della vita, sia nel periodo tedesco, ispirandosi a J.W. von Goethe come in Faust (1926), sia in quello americano, in opere come Sunrise ‒ A song of two humans (1927; Aurora) o come Tabu (1931; Tabù) ove proprio la forte drammatizzazione del soggetto voluta da Murnau fece sì che l'altro regista, Robert J. Flaherty, lirico cantore della natura e interessato soprattutto agli aspetti documentaristici, lasciasse il film nelle sue mani.
Con alle spalle autori teatrali come H. Ibsen oppure J.A. Strindberg, anche la scuola dei maestri del cinema nordico non poté non esprimersi in termini eminentemente drammatici. Così per Carl Theodor Dreyer, sia quando fa rivivere in termini mistici una tragedia storica, come in La passion de Jeanne d'Arc (1927; La passione di Giovanna d'Arco), sia quando affronta piuttosto il tema della coscienza e della dignità umana, come in Vredens dag (1943; Dies irae), sulla caccia alle streghe e sul fanatismo religioso del Seicento. Anche la lunga carriera dello svedese Ingmar Bergman non è uscita quasi mai da scelte di tipo drammatico: così nel suo capolavoro degli anni Cinquanta Smultronstället (1957; Il posto delle fragole), sofferto e lirico ripensamento di tutta una vita da parte di un vecchio professore; o nelle opere degli anni Sessanta sul 'silenzio di Dio' fino allo splendido 'testamento' di Fanny och Alexander (1982; Fanny e Alexander).Tutto il cinema a problematica spiritualista (diverso da quello più semplicemente 'religioso', che preferisce generi come il kolossal) si esprime in termini drammatici, i soli compatibili con la trattazione sullo schermo di problemi sociali, politici o psicologici. Così, restando ai primi, drammatico è il cinema del francese Robert Bresson, il cui stile è divenuto sempre più rigoroso ed essenziale a partire da Le journal d'un curé de campagne (1951; Diario di un curato di campagna) e il cui pessimismo giansenista si è fatto via via più assoluto, con punte quali Au hazard Balthazar (1966), dove tutto il male del mondo è visto attraverso gli occhi innocenti di un asino-vittima, fino al discorso atroce e senza più barlumi di speranza del suo ultimo film L'argent (1983).A nessun altro genere se non al drammatico si può attribuire il film forse più acclamato dalla critica in tutta la storia del cinema: Citizen Kane (1941; Quarto potere) di Orson Welles, che si presenta con le apparenze dell'inchiesta ma si risolve nell'affermazione del mistero, dell'impossibilità di conoscere fino in fondo la verità della vita di un uomo. E se Welles realizzò, sempre in modo magistralmente personale, anche qualche noir e qualche poliziesco, nell'ambito del drammatico resta la gran parte dei suoi film, comprese le tre straordinarie riduzioni delle opere di William Shakespeare. Chiunque sia il regista, in questi casi il genere è già prefissato dal testo teatrale di partenza, anche se la vicenda del Macbeth può essere trasposta nel Giappone del 16° sec. dilaniato dalle guerre civili, con scene d'azione prevalenti rispetto a quelle dialogate, come accade in Kumonosu jō (1957; Il trono di sangue) di Kurosawa Akira, al quale peraltro, con Ran (1985), si deve anche una trasposizione del King Lear nel Giappone feudale, in cui i personaggi delle tre figlie del re sono invece tre maschi. Siano o meno tratti da romanzi di Zola, sono drammatici gran parte dei film realizzati da Jean Renoir, non tanto all'epoca del muto quanto, soprattutto, negli anni Trenta: dunque non solo La bête humaine (1938; L'angelo del male), dal romanzo omonimo dello scrittore naturalista francese, ma anche storie come Toni (1935), su operai immigrati in Provenza, che fu visto come un precursore del Neorealismo italiano, o come La grande illusion (1937; La grande illusione).
Erotico
Come per altri generi di cinema, la letteratura è fonte primaria di ispirazione anche del cinema erotico. Un film erotico è, quindi, un genere di film incentrato su una relazione amorosa a forte tensione erotica, con molte scene esplicite di rapporti sessuali che possono arrivare al limite della pornografia. Codificatosi come vero e proprio genere tra gli anni Sessanta e Settanta, è costantemente diviso tra l'esplicita confezione commerciale più o meno mirata verso un registro basso e volgare e l'impaginazione estetizzante e sofisticata di certi film d'autore in cui l'erotismo è parte integrante della struttura formale e narrativa (come in Ultimo tango a Parigi, 1972, di Bernardo Bertolucci o in Ai no korīda, 1976, Ecco l'impero dei sensi, di Ōshima Nagisa). Negli anni Dieci ebbero una discreta circolazione clandestina, soprattutto in Europa, alcuni cortometraggi anonimi che possono considerarsi protoerotici o persino già pornografici. Negli anni Venti, l'erotismo cinematografico si manifestò soprattutto nello stile violentemente realistico o espressionista di talune cinematografie danese e tedesca come Dirnentragödie (1927; Tragedia di prostitute) di Bruno Rahn, o DasTagebuch einer Verlorenen (Diario di una donna perduta) e Die Büchse der Pandora (Lulù ‒ Il vaso di Pandora), entrambi del 1929 e diretti da Georg Wilhelm Pabst. negli Stati Uniti, prima dell'autoregolamentazione censoria del Codice Hays, apparvero alcuni film pervasi dalla carica di un eros che si sprigionava in momenti rappresentativi: dalla galleria di personaggi disinibiti interpretati da Clara Bow, all'universo delirante dei film di Erich von Stroheim, in cui la notazione erotico-feticistica, unita al tema della corruzione che tutto pervade, è continuamente presente (come nell'orchestra di donne bendate a seno nudo in The merry widow, 1925, La vedova allegra). Nel cinema francese l'erotismo percorse le immagini di film come Fièvre (1921) di Louis Delluc, L'Atlantide (1921; Atlantide) di Jacques Feyder, Nana (1926; Nanà) di Jean Renoir, Un chien andalou (1929) di Luis Buñuel, in cui l'amour fou, l'erotica 'bellezza convulsa' invocata dai surrealisti e una certa sensualità impressionista dei corpi e dei paesaggi costituiscono i presupposti di quell'estetica più raffinata del f. e. che si sarebbe esplicitata in seguito con il cinema di Andrzej Žulawski e di Walerian Borowczyk, o nei film di autori come Louis Malle, Roman Polanski, Patrice Chéreau, Catherine Breillat. Ma furono soprattutto due film cecoslovacchi a cavallo degli anni Trenta, Erotikon (1929) ed Extáse (1933; Estasi) di Gustav Machatý, nella loro esaltazione 'panica' del corpo e della natura, di prorompente sensualità, a costituire materia di scandalo (il governo degli Stati Uniti nel 1935 condannò a un rogo simbolico la pellicola di Extáse). Negli anni Trenta e Quaranta, però, anche a causa dell'atmosfera generale di repressione e censura dei regimi totalitari e dell'austerità puritana di quelli liberali, non c'era alcuno spazio per la nascita di un vero e proprio genere. L'erotismo rimase solo alluso nelle commedie sofisticate di Ernst Lubitsch o nelle tortuosità barocche dei film di Josef von Sternberg, il cui Der blaue Engel (1930; L'angelo azzurro) rivelò tutta la seduttiva ambiguità di Marlene Dietrich. Negli anni Cinquanta furono ancora i corpi di alcune attrici a destare scalpore: da Carroll Baker in Baby Doll (1956; Baby Doll ‒ La bambola viva) di Elia Kazan, a Brigitte Bardot in Et Dieu créa la femme (1956; Piace a troppi). Negli Stati Uniti, tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Cinquanta, una serie di avvenimenti contribuirono ad aprire una breccia nel puritanesimo imperante anche sugli schermi. La doppia pubblicazione, nel 1948 e nel 1953, del cosiddetto Rapporto Kinsey sulla sessualità influì su un processo che costituì un presupposto importante per lo sviluppo del genere erotico che, nel cinema statunitense, si sarebbe polarizzato quasi subito intorno alla forma della pornografia. Negli anni Ottanta e Novanta, il cinema d'autore statunitense ha poi incorporato quella stessa temperatura erotica nelle perversioni avvolte di mistero dei film di David Lynch, nell'impasto di erotismo e allucinazioni drogate di cineasti come Gregg Araki, Gus Van Sant o Larry Clark, nel clima di densa e nera sessualità dei film di Abel Ferrara, nell'erotismo più sfumato e raffinato di quelli di Philip Kaufman, nei compiacimenti patinati di 91/2 weeks (1986; 9 settimane e 1/2) di Adrian Lyne, nell'esplorazione ossessiva del corpo erotico di Basic instinct (1992) di Paul Verhoeven o ancora, in ambito canadese, nelle atmosfere glaciali, morbose e inquietanti delle opere di Atom Egoyan e di David Cronenberg. La contaminazione del f. e. con la commedia grottesca o con l'horror si riscontra anche nei film di John Waters interpretati dal travestito Divine (Polyester, 1981), giocati su un registro di folle sgradevolezza trash, o nelle inquietanti mutazioni erotico-anatomiche di quelli di Brian Yuzna (Society, 1989, Society ‒ The horror), come anche nelle variazioni tra eros e splatter delle produzioni di basso consumo. In ambito europeo fu la cinematografia scandinava a introdurre componenti esplicitamente erotiche che non mancarono di scandalizzare. Nel 1951, Hon dansade en sommar (Ha ballato una sola estate) di Arne Mattson, negli anni Sessanta una forte carica di erotismo disinibito e a volte caricato di violenta angoscia caratterizzò film come Tystnaden (1963; Il silenzio) di Ingmar Bergman, Nattlek (1966; Giochi di notte) di Mai Zetterling, in cui le fantasie sessuali sono ricondotte a un gioco psicoanalitico. Fecero scalpore lo svedese Jag är nyfiken-gul (1967; Io sono curiosa) di Vilgot Sjöman e il tedesco Helga (1967) di Erich F. Bender.In Italia la formula del film-inchiesta, che morbosamente perlustrava comportamenti sessuali insoliti, vita notturna proibita, erotismo selvaggio, aprì una strada che, fornendo l'alibi della pretesa oggettività giornalistica, avrebbe condotto in seguito alla tipologia tutta italiana del film sexy 'travestito' da commedia di costume. Oltre che dalle opere letterarie o dalla visione del regista, spesso i filoni di film erotici italiani continuano ad essere costruiti meramente intorno all'attrice principale che diventa il pretesto di mercificazione del corpo femminile e di incassi al botteghino. Fuori dal cinema europeo è il Giappone che, nonostante gli interdetti del moralismo nipponico, ha trovato in chiave cinematografica l'espressione di un erotismo a volte estremo e funebre, altre incantato e arcano, o ambiguo e torbido, sempre incorniciato in un'impaginazione estetica e iconografica legata ai moduli del cerimoniale e in una certa astrazione formalistica ( film di Ōshima Nagisa Ai no bōrei (1978; L'impero della passione), Senjo no merii kurisumasu Furyō (1985; Furyō), Nikutai no mon (1964; La porta del corpo) diretto da Suzuki Seijun, Edogawa Ranpo ryōkikan ‒ Yaneura no sanposha (1976; La casa delle perversioni di Tanaka Noboru, Topazu ‒ Tōkyō dekadensu (1991, Tokyo decadence) di Murakami Ryū, Rokugatsu no hebi (2002, A snake of June) di Tsukamoto Shin'ya).
Come i film horror, i film erotici sono stati solitamente associati a bassi budget e lo stato marginale del genere ha fatto sì che questi film fossero spesso oggetto di critiche, controversie e condanne nella storia del cinema.
Fantascienza
Il cinema fantascientifico è stato, fin dai suoi inizi, fortemente influenzato dalla letteratura, tanto che diversi capolavori cinematografici traggono la propria origine dalla fantascienza scritta. Romanzi e film, tuttavia, diventano presto due entità indipendenti: l'influenza dei libri si ferma ai soggetti, agli spunti di base, che il cinema sviluppa poi in opere autonome. In particolare dagli anni settanta del Novecento in poi il cinema tende a inventare da sé le proprie "mitologie fantascientifiche". Le produzioni fantascientifiche hanno sempre figurato in prima linea per quanto riguarda l'aspetto più tecnico degli effetti speciali e con il tempo le platee di appassionati si sono abituate alla rappresentazione realistica di forme di vita aliene, spettacolari battaglie spaziali, armi a energia e mondi surreali, a conseguenza del sempre più rapido progredire delle tecnologie animatronica e computer grafica. Destino è un film muto del 1921, diretto da Fritz Lang. Si tratta del primo successo internazionale del grande regista tedesco, il suo vero e proprio esordio nel mondo del cinema. Segue Metropolis del 1927, considerato il capolavoro del regista. M - Il mostro di Düsseldorf è del 1931 e si ispira ai delitti commessi da Fritz Haarmann e Peter Kürten, che commisero una serie di efferati crimini in Germania negli anni venti. Il testamento del dottor Mabuse è un film del 1933.. Di questo film Lang ha girato un'altra versione ma in francese, Le testament du Dr. Mabuse.
Fantastico
Genere letterario sviluppatosi dalla seconda metà del XX secolo, i cui elementi dominanti sono il mito, il soprannaturale, l'immaginazione, l'allegoria, la metafora, il simbolo e il surreale. In questo filone rientrano quelle storie di letteratura fantastica dove gli elementi fantastici non vengono spiegati in maniera scientifica.
Prodotto della letteratura di genere, nel tempo ha acquisito spazi nei prodotti veicolati dai mass media,anzitutto il cinema, quindi ifumetti, i giochi di ruolo, i librogame, la televisione, la radio, i videogiochi e la musica. Nelle arti figurative è rappresentata soprattutto dall'illustrazione fantasy legata al mercato editoriale.
Secondo la definizione di Todorov, questo genere appare popolato di esseri soprannaturali, buoni o malvagi che siano, la cui esistenza non può neppure essere concepibile in un mondo tecnicamente più evoluto e dove i misteri non sono svelati. Esempi di cinema fantastico strettamente legato ai miti e alle fiabe, molto più degli altri generi, sono presenti in tutte le cinematografie del mondo. Costituiscono una base imprescindibile del fantastico, anche se non afferenti direttamente al genere, opere come Un americano alla corte di re Artù di Mark Twain, , Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde e Gormenghast di Mervyn Peake. Da Lord Dunsany dei Gods of Pegana e da Edgar Allan Poe fu ispirato lo statunitense Howard Phillips Lovecraft nella creazione dei miti di Cthulhu. Intanto ad Oxford un professore inizia ad inventare le lingue di popoli fantastici: J. R. R. Tolkien, con Lo Hobbit (1936) e Il Signore degli Anelli(1954-1955).
Guerra
Film bellici sono presenti in quasi tutte le cinematografie, con una produzione che aumenta nei periodi di guerra quando il cinema diventa strumento non secondario di propaganda. E se i registi che eccellono nella realizzazione dei film di guerra sono gli stessi che si distinguono anche nel genere avventuroso o western (tra gli esempi, Hawks e Ford), occorre sottolineare come spesso, se realizzato in periodi di pace, il film bellico diventa un violento atto d'accusa contro l'assurdità e gli orrori della guerra e si avvicina più al cinema drammatico, che al cinema di genere. Questa pro-spettiva affiora nelle opere di Stanley Kubrick, da Paths of glory (1957; Orizzonti di gloria) a Full metal jacket (1987). In un film come The thin red line (1998; La sottile linea rossa) la presenza della guerra, che pure viene spettacolarmente narrata, diventa un pretesto di cui l'autore Terence Malick si serve per effettuare un vero e proprio discorso filosofico sugli impulsi autodistruttivi dell'umanità. Ma il cinema conta anche registi, come Lewis Milestone, pronti a firmare opere pacifiste di denuncia quali All quiet on western front (1930; All'Ovest niente di nuovo) e, dopo più di dieci anni, in epoca bellica e postbellica, film di genere assolutamente propagandistici. Resta infine da sottolineare come nel genere bellico il concetto di felicità è sostituito da quello di dovere, che arriva a volte fino al sacrificio della vita, così che una morte gloriosa può trovarsi quale epilogo al posto dei trionfi del film d'avventura.
Musicale
Il musical è un genere di rappresentazione teatrale e cinematografica, nato e sviluppatosi negli USA tra l'800 ed il '900. Un suo corrispondente in Italia è la commedia musicale, con cui condivide l'uso di più tecniche espressive e comunicative insieme.
L'azione viene portata avanti sulla scena non solo dalla recitazione, ma anche dalla musica, dal canto e dalla danza che fluiscono in modo spontaneo e naturale.
Si può affermare che il musical nasce dal teatro il 12 settembre 1866, giorno in cui negli USA viene messa in scena per la prima volta un'opera (The Black Crook) nata dall'unione fra una compagnia di ballo e canto importata dall'Europa, con una compagnia di prosa. Durante la Grande Depressione (anni Trenta) si presenta come antidoto alla tristezza e si propone come l’espressione della poetica dell’evasione, la rappresentazione del ‘sogno americano’. Già negli anni venti alcuni spettacoli di Broadway cominciano a raggiungere i teatri del West End a Londra la quale diventerà la grande capitale europea di questo genere teatrale. Il musical si diffonderà successivamente in altre città d'Europa anche se risulta difficoltoso farlo conoscere ai paesi di lingua non anglosassone. Per far fronte a questo in alcune opere si è ricorso alla traduzione dei testi, mentre in altri casi sono stati utilizzati sottotitoli. Questo ha permesso di non perdere comunque la capacità tipica dello spettacolo di rendersi comprensibile al pubblico per la sua forma peculiare.
Bisogna riconoscere che la diffusione del musical è stata agevolata dalle versioni cinematografiche di Hollywood, che hanno contribuito alla maggiore conoscenza e popolarità di questo genere. In Italia non va trascurato il ruolo di divulgazione e promozione svolto implicitamente dall'animazione turistica. In quasi tutti i villaggi, infatti, gli spettacoli principali traggono ispirazione dalle grandi produzioni internazionali. Questa azione ha contribuito decisamente al diffondersi di una cultura e di una sensibilità verso questa forma d'arte che ha creato un clima favorevole alla nascita di significative produzioni anche in Italia.
Alcuni titoli: Un americano a Parigi (An american in Paris) 1951, Cantando sotto la pioggia (Singin' in the rain) 1952, 7 spose per 7 fratelli (7 brides for 7 brothers) 1954, West Side Story - 1961, Tutti insieme appassionatamente (the sound of music) 1965, Mary Poppins 1964, Cabaret 1972, Jesus Christ Superstar 1973, Grease 1978, Hair- 1979, Saranno Famosi (Fame)1980.
Orrore
Il cinema dell'orrore è un genere cinematografico caratterizzato dalla presenza di scene ed eventi finalizzate a suscitare nello spettatore emozioni di orrore, paura o disgusto]. Le trame solitamente vedono la presenza dell'ignoto in senso spesso ostile (mostri, forze, eventi, personaggi del male o di origine soprannaturale) nel mondo di tutti i giorni. Le prime immagini di eventi soprannaturali si possono trovare in alcuni cortometraggi muti creati da pionieri del cinema quali Georges Méliès durante l'ultima decade dell'Ottocento[3]; il più famoso è Le manoir du diable (1896) che si pensa sia il primo film horror della storia. Un altro suo progetto horror è La caverne mauditedel 1898. I primi anni del XX secolo portarono ulteriori opere considerate pietre miliari nel genere horror: ci fu la prima apparizione di un mostro in un lungometraggio, Quasimodo, ne Il gobbo di Notre Dame. Molti dei primi film d'orrore furono fatti da registi tedeschi tra gli anni dieci e venti; molti di questi film ebbero una notevole influenza sulle future produzioni di Hollywood (Il golem di Paul Wegener del 1915 né è un esempio). Nosferatu il vampiro di Friedrich Wilhelm Murnau(1922), un adattamento non autorizzato di Dracula di Bram Stoker. Il più importante di quest'epoca è probabilmente Il gabinetto del dottor Caligari che è considerato il simbolo del cinema espressionista.[4].
In seguito i film hollywoodiani ripresero i vecchi temi come Il gobbo di Notre Dame (1923). Fu nei primi anni trenta che i produttori statunitensi, in particolar modo la Universal Pictures, resero popolari i film horror[5], portando sullo schermo personaggi di successo come Dracula (1931), Frankenstein (1931), La mummia (1932) e L'uomo invisibile (1933). Gli ultimi anni cinquanta e primi anni sessanta videro la nascita di case cinematografie esclusivamente per i film horror. Negli anni sessanta il genere si spostò verso "l'horror psicologico", con thriller come Psyco (1960) di Alfred Hitchcock e Che fine ha fatto Baby Jane? (1962) di Robert Aldrich, che spostavano l'effetto suspense dai soliti "mostri" alle psicosi umane che sfociavano in efferati attisadomasochistici; L'occhio che uccide di Michael Powell (1960) è un chiaro esempio di questa caratteristica. Gli horror psicologici continuarono ad essere prodotti sporadicamente, con Il silenzio degli innocenti (1991). Gli avvenimenti degli anni sessanta (come la guerra in Vietnam) iniziarono ad influenzare gli horror di quel periodo: L'ultima casa a sinistra (1972) di Wes Craven e Non aprite quella porta (1974) di Tobe Hooper sono un esempio; George Romero esaminò l'espansione della nuova società consumista nel suo nuovo sequel sugli zombi, Zombi (1978); il regista canadese David Cronenberg rinnovò il personaggio dello scienziato pazzo esplorando le paure della gente sulla tecnologia e la società, iniziando con Il demone sotto la pelle (1975. In quegli anni ci fu un'esplosione di produzione horror in tutta Europa, grazie a registi italiani come Dario Argento, Mario Bava, Pupi Avati, Ruggero Deodato e Lucio Fulci, e spagnoli come Paul Naschy (vero nome Jacinto Molina), Amando de Ossorio e Jesús Franco. Il film canadese Cube - Il cubo (1997) fu probabilmente uno dei pochi horror degli anni novanta a basarsi su un concetto relativamente nuovo. Dopo The Ring del 1998 altri film horror giapponesi ,oltre che statunitensi ,furono prodotti i cosiddetti "J-Horror", come Ju-on (2000) di Takashi Shimizu eKairo (2001) di Kiyoshi Kurosawa. Continuò il saccheggiamento di personaggi dai classici del cinema horror, con remake, sequel e omaggi a film delle precedenti decadi. L'horror britannico torna al successo con film come 28 giorni dopo (2002), Dog Soldiers (2002), L'alba dei morti viventi (2004) e The Descent (2005). In tempi recenti si sta formando poi un nuovo filone, quello che può essere definito come Horror spagnolo (nato, sostanzialmente da Guillermo Del Toro; il cui film più rappresentativo è Il labirinto del fauno.
Il cinema gotico nasce con il cinema horror con pellicole come Nosferatu o Il golem. Elementi tipici del cinema horror gotico sono principalmente le atmosfere gotiche. Temi e personaggi ricorrenti sono mostri, vampiri, zombie (o altre forme di non-morti), lupi mannari, fantasmi, demoni, antiche maledizioni, creature possedute dal demonio, occulto, animali demoniaci, oggetti inanimati dotati di una vita proveniente dalla magia, streghe,scienziati pazzi, case infestate, cannibali e creature extraterrestri.
Storie e personaggi provenienti dalla letteratura, specialmente dai romanzi gotici, sono diventati molto popolari ed hanno ispirato molti sequel e remake. Tra questi sono da ricordare Dracula, Frankenstein, La mummia, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, l'uomo invisibile, i racconti di Poe e Lovecraft.
Come i film erotici, i film horror sono stati solitamente associati a bassi budget e lo stato marginale del genere ha fatto sì che questi film fossero spesso oggetto di critiche, controversie e condanne nella storia del cinema.
Storico
Un film storico è un film in costume che tratta vicende reali, avvenute nel passato o che abbiano verosimiglianza con la realtà e che siano, comunque, ambientate in un preciso contesto storico, ricostruito nei dettagli in modo da apparire credibile allo spettatore. Tale genere conferisce alla ricostruzione dell'ambientazione storica un'importanza notevole. Tra i film di questo genere: Oktjabr' del 1927 di Sergej M. Ejzenstejn con Vladimir Popov, Boris Livanov, Anna Boleyn del 1920 di Ernst Lubitsch con Henny Porten, Emil Jannings, Julius Caesar del 1953 di Joseph L. Mankiewicz
Con Marlon Brando, James Mason, John Gielgud, Becket del 1964 di Peter Glenville con Richard Burton, Peter O'Toole.
Thriller
I film thriller hanno avuto origine nei paesi anglosassoni, dove ancora oggi trovano consenso e sviluppo.
Il maestro del cinema thriller è considerato il regista Alfred Hitchcock, il cui lavoro è anche alla base dell'opera di altri registi e del genere nel suo sviluppo più recente.
Le trame solitamente vedono l'utilizzo dell'antagonista sotto forma di pluriomicida e deviato mentale, ciò differenzia questo genere dal vicino horror in cui assume caratteristiche soprannaturali. Uno dei primi film thriller è stato Preferisco l'ascensore (1923) di Harold Lloyd, con la sequenza del personaggio che resta appeso sul lato di un grattacielo. Alfred Hitchcock e Fritz Lang hanno poi contribuito a plasmare il genere con Il pensionante (1927). Oltre ad Alfred Hitchcock, maestro del genere, Henri-Georges Clouzot, William Friedkin, Carol Reed, Michael Mann, Ridley Scott, Sydney Pollack, John Frankenheimer.
Western
Il "cinema americano per eccellenza" strutturalmente nasce dalla tradizione del racconto avventuroso europeo per diventare sullo schermo l'epopea della conquista di un nuovo mondo. La purezza della natura incontaminata, la bellezza delle terre vergini non ancora minacciate dal progredire della civiltà industriale fanno affiorare il grande problema del peccato originale americano, quello della distruzione della cultura autoctona delle popolazioni indiane, variamente affrontato nei decenni della storia di questo particolare genere filmico. Gli indiani d'America rappresentano un punto nodale nella storia del genere western e in tutta la cultura statunitense. Ora demonizzati come gli spiriti del male che nella loro arretratezza si oppongono alla civiltà, ora, al contrario, visti ( verso la fine degli anni Sessanta del Novecento) come il 'buon selvaggio' di rousseauiana memoria. Il genere western in Italia ha avuto molta risonanza, per esempio al cinema con gli Spaghetti-western, nei fumetti, tra gli altri, con Tex Willer e Zagor, ma prima ancora nell'opera lirica con La fanciulla del West di Puccini del 1910 e grazie alla penna di Emilio Salgari, fondatore del genere avventuroso in Italia. Salgari scrisse numerosi romanzi ambientati nella frontiera americana, tra cui si ricordano: Avventure tra le pellirosse, La Sovrana del Campo d'Oro, Sulle frontiere del Far-West, La scotennatrice.
Sottogeneri
Catastrofico
Il film catastrofico è un filone cinematografico, riconducibile in primo luogo al thriller ma anche al genere drammatico e a quello avventuroso, che sviluppa la tematica del disastro naturale e della relazione con esso. Nell'ambito della fantascienza il filone catastrofico (o catastrofista) viene fatto rientrare nella fantascienza apocalittica. Il cinema catastrofico viene fatto risalire all'attività di Felix E. Feist, che nel 1933 diresse La distruzione del mondo (Deluge), film incentrato su un'eclisse solare che porterà ad uno sconvolgimento delle maree ed alla relativa distruzione della civiltà umana.
Il successo internazionale del genere avviene agli inizi degli anni settanta, con l'avvento del catastrofismo moderno e l'uscita nelle sale di Airport, diretto da George Seaton. Successi quali L'avventura del Poseidon e L'inferno di cristallo.
Comico
Il film comico è un genere cinematografico basato sulla capacità di evocare sentimenti di divertimento e suscitare la risata. Grandi interpreti di film del genere furono tra gli altri Louis de Funès, Fernandel, Jerry Lewis, Totò.
Epico
L'epico è un genere cinematografico caratterizzato da un utilizzo del dramma su larga scala, tendenzialmente con storie d'amore come sfondo. La popolarità del film epico ha raggiunto il suo apice durante gli anni 1960 quando l'industria cinematografica di Hollywood e Cinecittà si sono unite nella produzione del genere. Le pellicole considerate protagoniste del "boom" sono Cleopatra, La caduta dell'Impero romano e Il dottor Živago.
Giallo
Il cinema giallo è un genere cinematografico ispirato dall'omonimo genere letterario. I film appartenenti a questo genere coinvolgono generalmente vari aspetti del crimine e della lotta allo stesso che può sconfinare e combinarsi con molti altri generi cinematografici, il dramma, ma anche la commedia e, a sua volta, è diviso in molti sottogeneri, come ad esempio il noir. Nasce e si sviluppa all'inizio negli anni trenta del Novecento, quasi contemporaneamente al periodo di maggior successo del genere letterario. È infatti dalle opere letterarie gialle di maggior successo che i registi del genere attingeranno per le loro pellicole, a partire dai romanzi e dai racconti di Agatha Christie con protagonisti Miss Marple o Hercule Poirot e le indagini di Sherlock Holmes, il personaggio ideato da Arthur Conan Doyle.
Grottesco
Genere cinematografico è una critica nei confronti della società, di un sistema politico, di un personaggio. Tale critica avviene attraverso la ridicolizzazione dell'elemento preso in considerazione rendendolo eccessivo e stravagante. Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb) è un film del 1964 prodotto e diretto da Stanley Kubrick, liberamente tratto dalromanzo Red Alert (1958) di Peter George.
Mitologico
In voga negli anni 50 e 60 del Novecento, il genere mitologico trova nell'azione e nella fantasia un mix perfetto. Dato dall'insieme di narrazioni e da drammatizzazioni e rappresentazioni di tipo figurativo che mettono a fuoco le vicende di personaggi esterni al tempo inteso in senso storico mette l'origine del mondo, l'origine dell'uomo. l'origine del popolo privilegiato rispetto alla divinità (l'elaboratore del mito stesso) in primo piano (es: Ulisse del 1953 di Mario Camerini con Kirk Douglas, Silvana Mangano, Anthony Quinn).
Noir
Il noir (francese e significa nero, misterioso, cupo) o romanzo nero è una variante del genere letterario poliziesco. Nell'accezione originaria francese, roman noir era utilizzato per indicare il romanzo gotico britannico del XVIII e XIX secolo. Nel noir metropolitano la città e la metropoli diventano veri protagonisti della storia, così come la violenza, la criminalità e il degrado ambientale e morale.
Tra gli esponenti del noir metropolitano vanno ricordati Ed McBain per New York, James Ellroy per Los Angeles, Jean-Claude Izzo per Marsiglia.
Politico
Storia, biografia, cronaca e ricognizione personale sono gi ingrediente di un film politico. Potere, denaro, compromesso, lotta per affermare un'ideale, una posizione, un diritto.
Junost' Maksima - La giovinezza di Massimo del 1935 di Grigori Kosintzev, Leonid Trauberg. Con Boris Cirkov, Stepan Kajukov è il primo film di una trilogia (gli altri sono Il ritorno di Massimo del '37 e Il quartiere di Viborg del '39). Massimo è un operaio che a poco a poco acquista una vera coscienza sociale, finisce in prigione e poi in esilio.
Poliziesco
L'individualismo della civiltà industriale e capitalistica trova una specie di esorcizzazione nel genere poliziesco, che ha pure un'origine letteraria, in quanto affonda le sue radici nell'ottocentesco racconto di misteri, e che nel cinema si presenta in molte cinematografie (specie ovviamente in quelle dei Paesi più industrializzati) con un'articolazione abbastanza complessa, che va dai più storicizzati e circoscritti film sui gangster (icosiddetti gangster film) o sulla mafia, alle tipologie studiate da Todorov per la narrativa e che si ritrovano tutte trasposte sullo schermo, magari anche all'interno dell'opera di colui che è spesso giustamente identificato con il genere e cioè Alfred Hitchcock.
Religioso
Film che toccano il tema della fede, tematiche attinenti al senso religioso della vita e alla fede cristiana. Gli esempi si sprecano.
Sentimentale
I film sentimentali (detti anche film romantici) sono storie d'amore che si concentrano sulla passione, sull'emozione e sul coinvolgimento affettivo dei personaggi principali e il viaggio compiuto dal loro sentimento d'amore porta attraverso il corteggiamento o il matrimonio. It Happened One Night del 1934 di Franck Capra con Clark Gable, Claudette Colbert.
Spionaggio
Questo genere cinematografico di spionaggio può essere descritto in maniera realistica, come ad esempio gli adattamenti di John Le Carré, oppure in maniera fantastica come la serie di James Bond. Molti romanzi di spionaggio sono stati adattati ai film, tra cui le opere di John Buchan, John Le Carré, Ian Fleming e Len Deighton. Nel 1928, Fritz Lang col film L'inafferrabile introdusse alcuni elementi che sarebbero diventati molto popolari in seguito nel genere spionistico. Alfred Hitchcock fu un regista molto interessato allo spionaggio come da alcuni dei suoi film: L'uomo che sapeva troppo (1934), Il sipario strappato (1966), Notorious - L'amante perduta (1948), Il club dei trentanove (1935), Sabotaggio (1936), La signora scompare (1938). Questi film spesso coinvolgevano civili innocenti in cospirazioni internazionali. Altri invece hanno affrontato il genere in maniera più professionale come Amore e mistero (1936). La popolarità dei film di spionaggio ha visto il suo momento topico negli anni Sessanta, all'apice della guerra fredda, grazie alla serie di James Bond.
Sportivo
Film dedicati allo sport e ai suoi campioni reali o di fantasia come la serie di Rocky, Momenti di Gloria, Una bracciata per la vittoria, Lassù qualcuno mi ama.
Altre denominazioni
Cinema dei telefoni bianchi
Cinema espressionista
Film a episodi
Arti marziali
Cinema d’autore
Musicarello
Poliziottesco