Titolo originale Metropolis
Paese di produzione Germania
Anno 1927
Durata 117 min
153 min (director's cut)
Colore B/N
Audio muto
Rapporto 1,33:1
Genere fantascienza, drammatico
Regia Fritz Lang
Soggetto Thea von Harbou
Sceneggiatura Thea von Harbou, Fritz Lang (non accreditato)
Fotografia Karl Freund, Günther Rittau
Effetti speciali Ernst Kunstmann
Musiche Gottfried Huppertz (musica originale); Club Foot Orchestra, Giorgio Moroder (riedizioni)
Scenografia Otto Hunte, Erich Kettelhut,Karl Vollbrecht
Interpreti e personaggi
Alfred Abel: Johann (Joh) Fredersen
Gustav Fröhlich: Freder Fredersen
Brigitte Helm: Maria/La donna robot
Rudolf Klein-Rogge: C.A. Rotwang, l'inventore
Fritz Rasp: lo Smilzo
Theodor Loos: Josaphat
Erwin Biswanger: Georgy (No. 11811)
Heinrich George: Grot
La sceneggiatura di Metropolis fu scritta da Fritz Lang e da sua moglie, Thea von Harbou, un'attrice tedesca. Essa deriva da un romanzo scritto dalla Harbou al solo scopo di essere utilizzato per una pellicola. Il romanzo uscì in serie sul periodico Das Illustrierte Blatt.
Esistono diverse versioni del film, che si differenziano per durata e montaggio. Lang montò una prima versione nel 1927, che venne subito accorciata dallo stesso di oltre trenta minuti. In seguito furono una prima versione restaurata di Enno Patalas nel 1984 per la Cineteca di Monaco di 147 minuti, una versione di 87 minuti a colori, ridoppiata e con colonna sonora rock, realizzata nel 1984 dal musicista Giorgio Moroder e intitolata Giorgio Moroder presents Metropolis e un'altra doppiata e dotata di colonna sonora da Philip Glass.
Luis Buñuel definì il film di Lang "retorico, banale, intriso di romanticismo superato"
Tra i tanti film famosi di fantascienza che citano o si ispirano a questa pellicola si ricordano Blade Runner, Terminator, Brazil], La vita futura, Guerre stellari, Agente Lemmy Caution, missione Alphaville, Il quinto elemento, RoboCop e Matrix.
Il fumettista giapponese Osamu Tezuka ha creato nel 1949 un manga intitolato Metropolis.
Trama: Nel 2026, in una megalopoli a due livelli, potenti sopra e oppressi sotto, gli operai che lavorano come schiavi nei sotterranei sono incitati alla rivolta da un robot femmineo che riproduce le fattezze di una di loro, Maria. L’ha costruito uno scienziato al servizio dei padroni che vuole vendicarsi del potente John Fredersen, dominatore della città. La rivolta provoca un’inondazione che colpisce i quartieri operai finché, sollecitato da Maria, Freder, figlio di Fredersen, fa da mediatore tra padroni e operai.
Meriti: introduzione dell'effetto Schüfftan (si basa sull'utilizzo di uno specchio biriflettente posto a quarantacinque gradi rispetto alla macchina da presa, in modo da riprodurre il riflesso di oggetti e miniature poste frontalmente), del passo uno (riprese effettuate per singoli fotogrammi), equilibrio tra storia narrata e l'uso di effetti speciali