Il
cinema indiano costituisce
un caso a sé stante:
oltre a detenere
il primato di industria cinematografica più prolifica del mondo, incluso
il famoso "Bollywood", sviluppa
un cinema principalmente musicale
e cantato, dove il fatto recitativo passa in secondo
piano, e una sorta di neoromanticismo occupa
un posto di rilievo come pretesto per numeri cantati
da solista o in duetto.
La musica è per lo più preregistrata
e mimata dagli attori, attraverso
il procedimento del playback. Molti cantanti indiani
giungono al professionismo e si occupano
anche di doppiaggio.
Più recentemente i cantanti
e
attori riescono a diventare essi stessi registi
dei loro film, come Aamir Khan in Ghulam (1998)
e Hrithik Roshan
diGuzaarish (2010).