Il
cinema delle origini,
detto "delle attrazioni
mostrative", serviva per mostrare una storia che veniva necessariamente spiegata
da un narratore
o imbonitore presente
in sala. Inoltre,
le storie erano spesso disorganizzate, anarchiche,
più interessate a mostrare il movimento e gli effetti
speciali che a narrare qualcosa.
Solo il cinema
inglese, legato alla tradizione del romanzo vittoriano,
era più accurato
nelle storie narrate,
prive di salti temporali e di grosse
incongruenze. La nascita
di un cinema
che raccontasse storie
da solo è strettamente legata
ai cambiamenti sociali
dei primi anni del Novecento:
verso il 1906 il cinema
viveva la sua prima crisi,
per il calo di interesse
del pubblico. La riscossa però fu possibile
grazie alla creazione
di grandi sale di proiezione
a prezzi molto contenuti rivolte
alla classe operaia,
come svago economico
e divertente: nacquero
i "nickelodeon", dove era impensabile
usare una persona
per spiegare le vicende del film, per questo i film iniziarono
ad essere intelligibili
automaticamente, con contenuti
più semplici ed espliciti e con le prime didascalie.
Nascita di una nazione (1915)
dell'americano David W. Griffith è da molti considerato il primo vero film in senso moderno
in quanto tenta di codificare
una nuova "grammatica". Secondo
altri critici (soprattutto
europei) è Cabiria,
Colossal italiano del 1914 diretto
da Giovanni Pastrone
ad essere considerato
il punto più alto di quegli anni e un modello di narrazione (nonostante
le aspre critiche,
anche fondate, alle didascalie di Gabriele D'Annunzio),
fotografia, scenografia, effetti
speciali e durata.
D'altra parte anche la definizione
stessa di Cinema
Narrativo va a sovrapporsi in questo e molti altri casi alle definizioni (su cui ancora
si dibatte) di film storico
totale (Nascita di una nazione),
storico (Quo Vadis?),
in costume (Cabiria).
Va in quegli
anni anche a delinearsi una corrente, fino alla fine del cinema
muto, che vede nell'inserimento delle didascalie una "sporcatura". L'arte
del cinema narrativo
pura è spesso
rapportata al numero
di inserti testuali;
meno sono, più il film è intelligibile
e ben costruito.
In questo caso sono da considerare come capolavori assoluti
i film successivi
soprattutto espressionisti tedeschi
e russi come Aurora, La lettera, La madre.